La riorganizzazione della prostituzione sembra finalmente iniziata anche in Italia, anche se richiederà ulteriori e sostanziali modifiche. Il divieto a prostituirsi sulla strada è peraltro un grande passo avanti, cosi pure la conseguente possibilità della prostituzione in locali privati e le misure contro lo sfruttamento della prostituzione, considerato come ipotesi di associazione a delinquere. Ritengo comunque che l’apertura di moderne case chiuse sarà un passo obbligato, anche perché non potranno i condomini regolare l’afflusso di circa 30-40.000 prostitute. Inoltre, il "consiglio" a sottoporsi a controlli sanitari frequenti non sortirà probabilmente alcun effetto. Il controllo sanitario e le visite mediche, non solo per l’AIDS ma per tutte le malattie che si trasmettono sessualmente, devono essere obbligatori, come a Berlino e ad Amsterdam e coloro che sono riscontrati essere malati non dovranno ovviamente continuare a prostituirsi. È soltanto una moderna struttura del sesso a pagamento ed organizzata da privati che avrà buone probabilità di attuare queste normative e non certamente lo Stato né tantomeno l’Amministratore di un condominio. Chi è contrario ai controlli sanitari obbligatori dovrebbe ricordare che già alcune categorie di lavoratori nel nostro paese sono obbligate a controlli sanitari e non possono esercitare la loro professione se sono ammalati, basta pensare ai lavoratori del comparto alimentare che se non dimostrano di non avere certe malattie (per esempio la salmonella), non possono esercitare la loro professione. Invece nel nostro paese, pare che nessuno abbia da ridire sul fatto che prostitute (e prostituti) con l’AIDS possano continuare tranquillamente la loro attività, casomai insistono sull’uso del preservativo che ovviamente è poco probabile venga utilizzato da queste persone che dovrebbero proteggersi da una malattia che già hanno. Nell’ambito della riorganizzazione proposta già da tempo, e personalmente da oltre 10 anni, i controlli sanitari sarebbero lo stimolo più efficace per le prostitute ad usare sempre il preservativo con i loro clienti anche in presenza di prezzi più elevati offerti da questi ultimi per avere rapporti non protetti, appunto perché l’attività della prostituta potrebbe interrompersi in presenza di malattie acquisite per via sessuale (non solo l’HIV) che verrebbero scoperte attraverso i controlli sanitari periodici. Questo è esattamente quello che succede nelle città di Berlino e di Amsterdam, dove è praticamente impossibile per il cliente avere rapporti sessuali senza preservativo, anche in presenza di offerte molto superiori alla tariffa, proprio per il rifiuto delle prostitute stesse che sono regolarmente controllate dal punto di vista sanitario e che non possono rischiare di perdere il lavoro per malattie acquisite con rapporti sessuali senza preservativo.